Qualche giorno fa, mentre gironzolavo in un negozio dell’usato in cerca di niente in particolare, ho trovato uno zaino verde oliva. Sembrava poco usato, semplice, economico — perfetto per le passeggiate con il cane o per andare al parco. Prezzo? Quattro euro. Nemmeno ci ho pensato due volte.
Tornata a casa, l’ho lasciato su una sedia per un paio di giorni. Poi, preparando le cose per una gita domenicale, ho deciso di pulirlo e sistemarlo un po’. Lo apro… e noto subito che l’interno ha un doppio fondo. “Curioso”, penso.
Con le dita, sento una zip ben nascosta sotto la fodera. Tiro con attenzione… e il cuore comincia a battere più forte.
Dentro, una busta gialla, ben sigillata. La apro con le forbici.
Dentro ci sono vecchie foto in bianco e nero, alcune lettere in una lingua che non riconosco subito — forse polacco o ceco — e… una piccola scatolina di metallo.
La apro. Dentro, avvolto in carta velina, c’è un ciondolo d’oro massiccio, finemente inciso, con una pietra rossa incastonata al centro. Sembra antico. Sul retro, una data: 8 maggio 1945.
Incuriosita, passo ore su Internet a cercare indizi. Scopro che la data coincide con la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa. E il simbolo inciso sul ciondolo è collegato a un ordine militare commemorativo dell’Europa dell’Est. Ma quello che fa tremare le mie mani è che pezzi simili sono stati venduti all’asta per migliaia di euro.
Contatto uno storico, poi un esperto di gioielli antichi. Entrambi confermano: si tratta di un ricordo commemorativo molto raro, consegnato a pochi militari sopravvissuti a una battaglia decisiva. L’oggetto ha un enorme valore storico ed emotivo.
Ora lo zaino è nello stesso angolo, ma non lo uso più. Ho deciso di scoprire a chi apparteneva, cercare la famiglia originaria del proprietario — e forse, restituire il pezzo mancante della loro storia.
Chissà… forse il mio acquisto casuale cambierà il destino di qualcuno.