Stiamo insieme da nove mesi. Abbastanza tempo per sapere che adora i film degli anni ’80, che odia l’uvetta nei dolci e che… magicamente dimentica la sua carta di credito ogni volta che usciamo a cena con i suoi figli.
All’inizio mi dicevo: “Può capitare. La carta è in un altro portafoglio, magari è distratto…” Ma dopo la settima volta, qualcosa ha cominciato a puzzarmi. E non era il pesce del ristorante.
Ogni settimana era lo stesso copione:
– «Oh no, amore! Ho dimenticato la carta…»
– «Di nuovo?»
– «Giuro, la prossima volta offro io!»
E intanto io pagavo. Sempre. Anche quando lo stipendio mi era appena arrivato e avrei voluto solo concedermi un massaggio o un nuovo paio di scarpe.
Una sera in particolare, mi disse tutto entusiasta:
– «I bambini hanno voglia di qualcosa di speciale stasera. Portiamoli al ristorante nuovo in centro!»
Entrammo nel locale e lui ordinò come se fossimo milionari. I bambini? Simpaticissimi, ma senza freni. Patatine, pizza, pasta, gelati, succhi… il tavolo sembrava una sagra.
Quando arrivò il conto, naturalmente:
– «Oddio… ho…»
– «…dimenticato la carta. Sì, lo so.»
Gli sorrisi dolcemente. Ma quella sera avevo un piano.
Sfilai lentamente il mio portafoglio. Lui tirò un sospiro di sollievo.
Ma poi… lo richiusi.
– «Sai, amore… anche io ho dimenticato la mia carta. Ma davvero.»
– «Che cosa?!»
– «Tranquillo, ho già risolto.»
Mi alzai, sorrisi al cameriere e dissi:
– «C’è un signore qui che ha invitato tutti a cena ma non ha portato il portafoglio. Chiami pure la polizia, se necessario.»
Il colore gli sparì dal volto. Balbettò qualcosa. Alla fine, tirò fuori la sua carta dal taschino interno della giacca. Giuro, sembrava nuova. Mai vista prima.
– «Oh… dev’essere rimasta qui. Che sbadato, ahah…»
Pagò. Anche la mancia. E durante il tragitto di ritorno, fu lui a rimanere in silenzio. I bambini non capirono nulla, ma io sì: non aveva dimenticato nulla. Aveva solo contato sulla mia pazienza.
Da quella sera, indovina un po’?
La carta ce l’ha sempre in mano. E ogni tanto… offre pure il dessert.