A Cittaluna, una metropoli frenetica dove i grattacieli sfioravano il cielo e le persone

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A Cittaluna, una metropoli frenetica dove i grattacieli sfioravano il cielo e le persone correvano sempre senza guardarsi, viveva un ragazzo di 12 anni di nome Elías. I suoi vestiti erano sempre un po’ troppo larghi o troppo stretti, i sandali consumati, ma gli occhi brillavano di un’intelligenza e una gentilezza rare. Ogni giorno, dopo la scuola, vendeva caramelle fatte a mano con la nonna, davanti alla stazione centrale.

Un pomeriggio d’inverno, mentre il cielo diventava color piombo, Elías notò una bambina sulla banchina opposta, sola. Era ben vestita, con un cappottino rosso fuoco e uno zainetto ricamato. Sembrava smarrita. Improvvisamente, inciampò e cadde proprio mentre un treno stava arrivando.

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Senza pensare, Elías si lanciò sui binari, la sollevò con forza e la spinse verso la banchina mentre lui stesso veniva afferrato da un agente di sicurezza un attimo prima dell’impatto. La notizia si diffuse rapidamente: “Un giovane venditore di caramelle salva la figlia di un magnate dei media.”

Il padre della bambina era Manuel Corradi, uno degli uomini più ricchi e influenti del paese. Riconoscente, volle subito incontrare Elías per ringraziarlo e offrirgli qualunque cosa desiderasse. Un viaggio? Una casa nuova? Denaro? Un fondo per l’università?

Elías, timido ma deciso, lo guardò dritto negli occhi e disse:

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— “Vorrei che mi ascoltaste, solo una volta, senza interrompermi. E che poi ascoltaste anche altri bambini come me.”

Corradi restò in silenzio, perplesso. “Questo è tutto ciò che chiedi?”

— “Sì. E… che costruiste una biblioteca nel nostro quartiere. Non abbiamo un posto dove leggere, imparare, o sognare.”

Ci fu un lungo silenzio. Poi, in sala stampa, Manuel Corradi raccontò l’incontro, con gli occhi umidi. “Questo ragazzo non ha chiesto nulla per sé. Solo una possibilità per tanti altri come lui.”

Nel giro di mesi, nacquero sei biblioteche nei quartieri più poveri della città, ognuna con una sezione dedicata a Elías, che divenne un simbolo nazionale di speranza, generosità e intelligenza disinteressata.

Ma lui continuò a vendere caramelle, anche se meno spesso, dicendo sempre con un sorriso:
“Ogni caramella è un pezzetto di dolcezza per chi ne ha bisogno. Proprio come i libri.”

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