Un giorno, Lorenzo trovò una vecchia foto infilata sotto il cartello.

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— Figlio mio, non compro nulla. Mi piace solo guardare. La pensione è piccola, ma qui… l’anima si sente più leggera — aveva detto Giulia quel giorno, e Lorenzo non l’aveva più dimenticata.

Ma il tempo, come il mercato, non si ferma.

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Dopo la sua scomparsa, Lorenzo tornava ogni settimana. Stesso banco, stesso venditore, stesso angolo vicino alla fontana. Ma non c’era più la voce sottile di Giulia che diceva:

“Prendi quelli, hanno la pelle rugosa, ma il cuore dolce.”

Un sabato di settembre, una donna alta, con la frangia spettinata e le scarpe da ginnastica consumate, si avvicinò al banco. Portava in braccio un bambino. Guardava le zucchine, poi si voltava, come se temesse qualcosa.

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Lorenzo le offrì una pesca.

— Li piacciono? — chiese.

— A me sì. A lui non so… — rispose la donna. — È mio nipote. Me l’hanno lasciato. Così. Senza avvertire. Da un mese. E io… Non ho nulla. Solo il tempo.

Lorenzo non chiese altro. Le mise nel sacchetto anche del pane e dei pomodori. Non per pietà. Ma perché aveva imparato che vedere vale più di mille domande.

— Si chiama Giulia? — chiese il bimbo, indicando il cartello accanto alla cassetta.

Lorenzo sorrise.

— Era un’amica. Mi ha insegnato che anche chi guarda in silenzio può cambiare qualcosa.

I sabati cambiarono ritmo. Quella donna — Marta — tornava sempre, con il bambino per mano. Non sempre prendevano. A volte portavano: fichi dal giardino, una torta di pane raffermo, un disegno con su scritto Grazie per il sole nei pomodori.

Un giorno, Lorenzo trovò una vecchia foto infilata sotto il cartello. Era Giulia, ma molto giovane. Sul retro, una calligrafia maschile:

“Alla mia mamma, che ha visto bellezza anche quando non ce n’era più. — Tuo figlio, Eugenio.”

Lorenzo lo cercò. Non per rimproverarlo, ma per raccontargli chi era stata sua madre negli ultimi mesi.
Lo trovò. Un uomo grigio, elegante, con uno sguardo disarmato.

— Io… io non sapevo — disse Eugenio. — Era sempre sola, ma non mi lasciava entrare. Aveva orgoglio. E io, forse, vigliaccheria.

— Non era sola — rispose Lorenzo. — E oggi, grazie a lei, non lo siamo nemmeno noi.

Il banco dei pomodori è ancora lì. Ma adesso ci sono delle cassette laterali, con un cartello semplice:

“Prendi se ti serve. Lascia se puoi. Ricorda che guardare non è vietato.”

Marta coordina i turni. Eugenio ha donato in silenzio un frigo per tenere freschi gli ortaggi. Il bambino ora ha sette anni, e ogni sabato distribuisce ciuffi di basilico ai passanti.

E Lorenzo?
Lui continua a scegliere i cetrioli con le spine.
E ogni volta che qualcuno li tocca, gli sussurra:
— Quelli profumano come l’orto. Come la vita.

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