Il Volo 727 e la Signora delle Stelle

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L’aeroporto era immerso in un’agitazione estiva. Bambini stanchi, turisti in ciabatte, uomini d’affari che digitavano nervosamente sui laptop. Il volo 727 per Lisbona era in lieve ritardo, e l’aria nella sala d’imbarco era carica di irritazione.

Fu in quel momento che arrivò lei.

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Una donna anziana, minuta, con un cappello color lavanda e un vestito fiorito anni ’70. Spingeva un piccolo trolley decorato con adesivi di pianeti, stelle e costellazioni. Sembrava uscita da un’altra epoca. Si guardava intorno con occhi lucidi, incantati, come se stesse per imbarcarsi sul primo razzo diretto su Marte.

Quando fu il momento di salire a bordo, fu tra le prime a presentarsi al gate. Si avvicinò con lentezza, facendo un piccolo inchino alla hostess.

«È il mio primo volo,» disse con un sorriso. «A ottantasei anni. Oggi esaudisco un sogno.»

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La hostess sorrise, ma dietro di lei alcuni passeggeri iniziarono a sghignazzare.

«Che tenera… prima volta a quell’età?»

«Speriamo non le venga un infarto in volo!»

«Forse pensa di salire su una mongolfiera…»

Le risate, inizialmente sussurrate, si fecero più forti quando la signora cercò di capire come funzionasse la cintura di sicurezza o quando chiese, ingenuamente, se si sarebbero visti davvero gli oceani dall’alto.

La cosa che nessuno notava, però, era la dignità con cui la donna incassava quegli sguardi. Non reagiva, ma abbassava un po’ il capo, come se sapesse già che la gentilezza non è più di moda.

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