Lesha si sedette sul divano, il telefono ancora in mano, il respiro pesante. “Mamma, non ti preoccupare, lo capisco,” disse, cercando di calmare la madre, ma il suo cuore era in tumulto.

Advertisements

Lesha si sedette sul divano, il telefono ancora in mano, il respiro pesante. “Mamma, non ti preoccupare, lo capisco,” disse, cercando di calmare la madre, ma il suo cuore era in tumulto. Angela doveva venire a vivere con loro, e quella decisione non sarebbe stata facile. La tensione tra Oksana e sua sorella non si era mai risolta, e la convivenza avrebbe potuto peggiorare tutto.

“Oksana non la sopporta, lo sai,” rispose Lesha, scuotendo la testa mentre ascoltava la voce rassicurante della madre dall’altro lato del telefono.

Advertisements

“Non è più tempo di fare storie,” disse la madre con tono deciso. “Angela è una brava ragazza. E se Oksana ha qualche problema con lei, dovrebbe parlarne, non ignorarla o evitarla. Se sta per venire a vivere con voi, deve imparare a convivere con la situazione.”

Lesha si sentì stritolata tra due mondi: quello della sua madre protettiva e quello di una Oksana che, nonostante i suoi sforzi, sembrava rimanere intollerante nei confronti di Angela. Aveva promesso di fare tutto da sola, ma non sapeva nemmeno da dove cominciare.

Quando posò il telefono, Oksana entrò in salotto. Lesha la guardò con gli occhi pieni di preoccupazione. “Oksana, dobbiamo parlare,” disse lentamente, cercando di mantenere la calma. “Angela verrà a vivere con noi. Mamma ha ragione: non può rimanere in dormitorio. Ha bisogno di stare con noi.”

Advertisements

Oksana lo fissò a lungo, i suoi occhi pieni di una miscela di delusione e rabbia. “Non sono sicura che sia una buona idea,” rispose infine, mentre le dita sfioravano nervosamente il bordo del tavolo.

Lesha fece un passo avanti, alzando la voce con fermezza. “Siamo una famiglia. E come tale, dobbiamo imparare a stare insieme, anche quando è difficile.”

Oksana sospirò, ma non replicò. Lesha sapeva che avrebbe dovuto fare ancora molta strada per superare quel muro di incomprensione.

Leave a Comment