– Anna Sergeevna, i documenti sono pronti. Chi ti accompagnerà a casa? — L’infermiera osservò attentamente la fragile donna, il cui viso pallido era incorniciato dalle ombre sotto gli occhi.
«Io… posso farcela da sola», rispose Anna, cercando di dare un tono di voce più sicuro.
L’operatore sanitario guardò la sua figura con preoccupazione. Una settimana dopo un parto difficile, e il vuoto è ovunque. Il marito non si è fatto vedere nemmeno una volta. Solo una breve telefonata: “Non perdere tempo con me.”
Anna prese delicatamente Lisa tra le sue braccia e le mise la bambina sul gomito piegato. Il secondo bambino, Mitya, è stato aiutato da un’infermiera. Due piccoli fagottini, due nuove piccole persone, di cui ora ha la piena responsabilità. La borsa mi cadde sulla spalla e quella con i pannolini dovetti stringerla nel gomito destro.
— Sei sicuro di riuscire a farcela? — l’infermiera esitava ancora. — Forse dovremmo chiamare una macchina?