Ho Perso 40 Anni della Mia Vita in Solitudine: Il Racconto di una Donna di 44 Anni

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Ho 44 anni e soltanto oggi sono arrivata alla consapevolezza amara di aver vissuto questi anni invano. Mi dà quasi vergogna pensare al passato. La mia giovinezza è stata priva di momenti luminosi, così come gli anni all’università e poi sul lavoro. Non sono nemmeno mai uscita con qualcuno. Non sorprende, quindi, che non abbia un marito. In modo forse irragionevole, ho persino cominciato a tenere un diario dove scrivo conversazioni immaginarie con me stessa.

Oggi è il 5 febbraio e in questa giornata non è successo nulla di particolare. Ho semplicemente comprato del latte al supermercato. Descrivo ogni giornata così, immersa nella monotonia più totale, uno stato d’animo davvero deprimente. Mi sono resa conto che negli ultimi 15 anni non ho mai avuto un appuntamento romantico. Che cosa passava per la mia mente durante la gioventù? A quanto pare, nulla di concreto, tantomeno pensieri riguardo al futuro. Tutte le mie amiche sono ormai sposate e trascorrono il fine settimana con le loro famiglie.

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Troviamo il tempo di incontrarci in un bar soltanto una volta al mese, perché sono tutte molto impegnate: una deve portare il figlio all’asilo, un’altra a scuola o all’università… Questi pensieri mi hanno portato a riflettere sui figli. La realtà è dolorosa. So di non avere più la possibilità di diventare madre, né tantomeno nonna. Prima avevo pensato di prendere in affido un bambino da un orfanotrofio, uno piccolissimo. Ma subito mi ha paralizzato la paura: non so come gestire i bambini, e non ho un partner su cui poter contare. Inoltre, temo di rendere infelice quel bambino, dato che sono noiosa e presto vecchia. Chi mai potrebbe volermi?

“Il timore della solitudine e dell’invecchiamento si fa sempre più forte man mano che il tempo passa.”

Successivamente, sono subentrate le riflessioni sulla vecchiaia. Immagino che diventerò una persona anziana dal carattere difficile. Gli altri finiranno per detestarmi: sgarberò in fila all’ufficio postale o in ospedale, lamentandomi di tutto, e criticherò la gioventù per la sua maleducazione. Tuttavia, non è una colpa dei giovani, quanto piuttosto il risultato della mia infelicità e solitudine. Non sono nemmeno riuscita a costruire una carriera che potesse almeno giustificare alla mia coscienza quello che ho passato.

Di cosa mi sono occupata, dunque, in questi 40 anni? Ho lavorato a incarichi modesti che offrivano uno stipendio basso, abbastanza per vivere, ma senza lussi. Non faccio lagnanze, ma non ho nemmeno nulla di speciale da spendere. Evito di acquistare nuovi vestiti; senza qualcuno a cui mostrarmi, non ha senso. Non regalo nulla perché non ho nessuno vicino. Non ho mai preso una vacanza, poiché sarebbe inutile. Che senso avrebbe andare al mare? Posso tranquillamente lavarmi anche a casa.

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Vivo da sola in questa solitudine che pesa. Nemmeno un cane o un gatto posso adottare, a causa della mia allergia al pelo. Non so davvero cosa fare con questa situazione.

  • Non ho famiglia né compagni fidati
  • Temo la solitudine invecchiando
  • Rifletto sul passato senza rimpianti costruttivi
  • La monotonia quotidiana domina i miei giorni

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