“Le chiavi della casa e il mistero della senzatetto: ciò che il trattorista scoprì alla finestra”

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Semyon stava guardando la casa dal sentiero che la separava dalla strada principale. La luce della sera stava già spegnendosi, ma qualcosa lo tratteneva, come se un richiamo misterioso provenisse dalla finestra della sua abitazione. Non riusciva a staccare lo sguardo. La luce che filtrava dal vetro non era quella consueta — non la luminosità calda della stufa che usava ogni giorno, ma una luce tenue, soffusa, come se la casa stessa stesse respirando un’altra vita.

Poi, nella penombra, una figura femminile si fece notare. Una donna, vestita con un abito che sembrava venire da un altro tempo: lungo, di un colore sbiadito dal passare degli anni, con dei ricami ormai sbiaditi. Il suo volto pallido si staccava dall’oscurità, e tra le sue braccia teneva un bambino, la cui testa piccola e tremolante sembrava quasi nascere dalla stessa luce fioca che avvolgeva la stanza.

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Quando la donna si voltò, Semyon sentì un brivido lungo la schiena. I suoi occhi incontrarono i suoi, pieni di una tristezza antica, di una domanda che non apparteneva a quel tempo. Un fremito di paura lo attraversò. Corse verso la porta, il cuore battendo forte, quasi fuori dal petto. La chiave nella serratura sembrò gelida come il vento d’inverno, ma riuscì a girarla.

Dentro, la casa era vuota, silenziosa, ma stranamente diversa. C’era un profumo di legno, di caldo, ma qualcosa sembrava fuori posto. Un oggetto nuovo si trovava sul tavolo: una lettera, vecchia, con la carta consumata dal tempo. “Se qualcuno trova questa lettera… non sappiamo dove andare con il bambino. Masha e il piccolo Ivan.”

Semyon sentì un brivido ghiacciato percorrergli la pelle. Quella lettera non era stata lì prima. E la bambola di porcellana sul pavimento, con un braccio rotto, non faceva altro che confermare il suo dubbio.

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Uscì all’esterno, ma la strada era deserta. Nessuna traccia di ciò che aveva appena visto. Solo il suono lontano di un uccello. Eppure, nel suo cuore, qualcosa sapeva che era reale.

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