Mi chiamo Valentina e quel giorno, entrando nella casa dei genitori di Vasile, sentivo il cuore tamburellare nel petto.
Non sapevo bene cosa aspettarmi. Avevo immaginato mille scenari, ma nessuno di essi mi aveva preparata all’atmosfera che mi avvolse non appena varcata la soglia. C’era un calore autentico, quello che nasce da anni di amore, litigi e riconciliazioni tra quelle mura.
La madre di Vasile, Claudia, ci accolse con un sorriso sincero. Era una donna dal portamento fiero, con occhi che scrutavano l’anima. Eppure, sin dal primo momento, seppe mettermi a mio agio. La cucina, con i tendaggi a fiori che danzavano alla luce del sole e il profumo di dolci appena sfornati, mi riportò all’infanzia.
«Dov’è papà?» chiese Vasile mentre ci accomodavamo.
«Da tuo zio Gheorghe, con le mani nel motore del trattore,» rispose Claudia con una risata affettuosa. «Arriva presto, non preoccuparti.»
La cucina sembrava il cuore di tutta la casa: ampia, viva, con la stufa accesa e una tavola apparecchiata come per una festa. Piatti di porcellana, bicchieri di vetro sottile, e un profumo che annunciava piatti preparati con amore e pazienza.
Claudia mi fece sedere con un gesto gentile. «Mangia, tesoro. Sei troppo magra. Così i nipotini chi li fa, eh?»
Arrossii istantaneamente. Vasile rise, scuotendo la testa. «Mamma, ci siamo appena seduti!»
«E allora? Devo aspettare il funerale per parlare di bambini?» ribatté lei, con quel tono teatrale che solo le madri esperte sanno usare.
Ci servì una zuppa di polpette così profumata che dimenticai ogni timore. Proprio quando mi stavo rilassando, la porta d’ingresso si aprì di colpo. Un uomo alto, con i capelli bianchi e mani segnate dal lavoro, fece il suo ingresso. I suoi occhi, quelli di Vasile invecchiati, mi scrutarono intensamente.
«Questa è la famosa fidanzata?» disse con voce profonda.
Claudia alzò lo sguardo: «Ion, presentati come si deve!»
Lui mi tese una mano grande e ruvida. «Ion Vasilescu. E tu saresti?»
«Valentina,» risposi, stringendogliela con decisione.
Il suo sguardo duro si ammorbidì in un sorriso inaspettato. «Benvenuta, Valentina.»
La serata proseguì tra risate e racconti. Claudia svelava episodi d’infanzia di Vasile, mentre Ion aggiungeva dettagli che facevano arrossire suo figlio.
«Lo sapevi che a otto anni voleva fuggire per diventare scrittore?» raccontò Claudia, servendomi dei rotoli di cavolo. «Prese tre libri, una mela e un sacchetto di caramelle. Si fermò in fondo al giardino e si addormentò sotto il pero!»
Ridevo immaginando quella scena, mentre Vasile scuoteva la testa rassegnato.
Dopo cena, Claudia ci accompagnò in una stanza che sembrava rimasta intatta nel tempo.
«Questa era la stanza di Vasile,» disse con orgoglio.
Scorsi i libri sugli scaffali: Tolstoj, Rebreanu, Dostoevskij… «Ama i classici, vedo,» commentai.
«Come sua madre,» disse Claudia. «Quarant’anni da maestra. Mi chiamavano la Signora Drago. Ma i miei ragazzi hanno tutti fatto strada.»
«Perché avevi passione, non severità,» intervenne Vasile.
La mattina seguente, Claudia mi invitò in cucina. «Hai mai fatto le frittelle?» chiese.
«Con la ricetta di mia nonna, sì,» risposi.
Cucinammo insieme, tra racconti, risate e mani infarinate. Quando Ion e Vasile entrarono, ci trovarono intente a intrecciare un pane dolce.
«Che succede qui?» domandò Ion, fingendo sorpresa.
«Sto passando il testimone,» disse Claudia. «Questa ragazza ha le mani giuste. Sarà una splendida moglie… e madre.»
Prima di partire, mi consegnò un pacchetto pesante. «Zacusca, marmellate, composte… e questo è il mio ricettario. È tuo.»
Lo aprii: pagine ingiallite, scrittura precisa. «È un tesoro di famiglia…» sussurrai.
«Esatto. E ora fai parte della nostra.»
Salendo in macchina, Vasile mi guardò. «Che ne pensi, sempre spaventata da mia madre?»
Abbracciai il pacchetto sul grembo, sorridendo. «Non ero spaventata da lei… ma dall’idea che mi ero fatta.»
Lui mi prese la mano. «Siete più simili di quanto immagini.»
Guardai la casa allontanarsi nel retrovisore. Quella non era stata solo una visita. Era stato un incontro con la mia futura famiglia. E forse, con una nuova, sorprendente alleata.