Eleanor ripeteva spesso: “Ciò che semini raccogli.” Era un mantra che sembrava guidare ogni sua decisione, ma l’infermiera Claire non poteva fare a meno di preoccuparsi per il destino della donna. Dopo aver affidato tutti i suoi risparmi al figlio Andrew, Eleanor era stata sul punto di perdere tutto, rischiando persino di finire in strada. Tuttavia, un’improvvisa consegna dal passato cambiò il corso degli eventi.
La stanza di Eleanor trasudava un fascino d’altri tempi. L’aroma delicato della lavanda si mescolava al profumo di legno antico, creando un’atmosfera calda e rassicurante. La luce del sole, filtrando attraverso le tende di pizzo, disegnava motivi irregolari sulla carta da parati sbiadita.
Seduta nella sua poltrona preferita, Eleanor appariva persa nei suoi pensieri. Le mani fragili riposavano su una coperta ricamata, consumata dall’uso e intrisa di ricordi. Il ticchettio costante dell’orologio a muro accompagnava silenziosamente i suoi pensieri, che ondeggiavano tra passato e presente.
Un bussare leggero interruppe la sua contemplazione. Claire, l’infermiera, sbirciò nella stanza con il suo consueto sorriso rassicurante.
«Signora, c’è una visita per lei», annunciò con tono dolce.
Eleanor, incuriosita, si raddrizzò il più possibile. «Una visita? Bene, falla entrare, cara.»
Un momento dopo, il rumore di passi decisi risuonò sul pavimento di legno. Andrew entrò con l’aria sicura di chi è abituato ad avere il controllo. L’odore della sua colonia intensa riempì la stanza mentre posava una cartellina elegante accanto alla poltrona della madre.
«Madre», salutò con un sorriso teso e forzato.
Eleanor gli rivolse un sorriso caloroso. «Andrew, che bella sorpresa.»
Senza perdere tempo, Andrew spiegò il motivo della sua visita. «Ho bisogno che firmi questi documenti. Mi daranno accesso ai tuoi conti e alle azioni della compagnia. È solo per semplificarti la vita.»
Eleanor, sorpresa ma fiduciosa, si preparava a firmare quando Claire intervenne. «Forse è meglio rimandare. La signora ha bisogno di riposare», disse con fermezza.
Andrew, irritato, lasciò la stanza, promettendo di tornare l’indomani. Eleanor, pur confusa, si lasciò guidare dalla calma determinazione di Claire.
Nel giardino, immerso in un’oasi di pace, Claire decise di affrontare la questione. «Signora, Andrew non sembra avere a cuore i suoi interessi», iniziò con cautela.
Eleanor rispose con un sorriso tranquillo: «È mio figlio, Claire. Vuole solo il meglio per me.»
Claire non si arrese. «Se gli dai tutto, potrebbe abbandonarti. Perché non investire qui, in questa casa di riposo? Aiuterebbe anche gli altri.»
Eleanor rimase pensierosa, ma il suo sguardo sereno non vacillò. «Claire, ho sempre creduto che ciò che semini raccogli. Andrew farà le sue scelte, e il destino sistemerà tutto.»
Claire si arrese con un sospiro, mentre Eleanor tornava a osservare il giardino. «Lo so», mormorò infine Eleanor, con una calma incrollabile che sembrava attingere a una fiducia superiore.