Quando Alice finalmente presentò il suo fidanzato Kevin ai suoi genitori, si aspettava una serata piacevole e tranquilla. Ma la cena che doveva essere un’occasione felice si trasformò rapidamente in un incubo, con suo padre che rinchiuse Kevin in cantina e chiamò la polizia, sconvolgendo la vita di Alice.
Era una giornata che Alice aveva atteso con ansia. Per mesi, Kevin aveva evitato di incontrare i suoi genitori, sempre con la scusa di essere troppo impegnato col lavoro. «Non posso lasciare l’officina oggi, tesoro, c’è troppo da fare», diceva. E Alice gli credeva, visto che le aveva detto di essere un meccanico.
Ma finalmente il momento era arrivato. Kevin aveva preso un giorno libero e Alice era entusiasta all’idea di farlo conoscere alla sua famiglia. «Mamma sta preparando la sua lasagna famosa», gli disse in macchina, piena di gioia. «La adorerai».
Kevin sorrise nervosamente, stringendole la mano. «Non vedo l’ora», disse con una punta di esitazione, pur cercando di mantenere la calma.
Quando arrivarono davanti alla casa accogliente dei suoi genitori, Alice notò suo padre alla porta con un’espressione severa. Suo padre era sempre stato protettivo, ma quella sera sembrava particolarmente teso.
Entrati in casa, la tensione aumentò. Il padre di Alice fissò Kevin come se lo avesse riconosciuto da qualche parte, ma non disse nulla per qualche momento. «Papà, lui è Kevin», disse Alice cercando di rompere il silenzio imbarazzante.
Dopo una stretta di mano rigida e fredda, suo padre propose qualcosa di insolito. «Kevin, ti mostro la casa. Iniziamo dalla cantina», disse, il tono della voce innaturalmente calmo.
Alice si irrigidì. «Papà, la cantina?», chiese perplessa.
«Non preoccuparti, cara», rispose lui, insistendo con uno sguardo gelido verso Kevin. «Scendiamo giusto un attimo.»
Kevin, visibilmente a disagio ma desideroso di non fare brutte figure, annuì e seguì il padre di Alice giù per le scale.
Alice sentì un formicolio di ansia crescere dentro di sé. Qualcosa non andava. Si avvicinò alla porta della cantina e chiamò. «Papà? Kevin? Tutto bene lì giù?»
Ma prima che potesse fare altro, la porta si chiuse bruscamente davanti a lei, e udì chiaramente il rumore di una serratura che scattava. Il panico la travolse. «Papà, cosa stai facendo?», gridò, battendo contro la porta.
«Chiama la polizia!», gridò suo padre dall’interno. «Questo tipo non è chi dice di essere!»
Sconvolta e senza alternative, Alice chiamò il 112 con le mani tremanti. «Per favore, aiutatemi! Mio padre ha appena rinchiuso il mio fidanzato in cantina. Dice che è pericoloso!»
Dalla cantina giunsero le urla di Kevin. «È un malinteso! Lasciatemi uscire!»
Mentre aspettava con il cuore in gola, la madre di Alice arrivò correndo, spaventata. «Che sta succedendo?», chiese.
«Papà ha rinchiuso Kevin giù in cantina! Dice che è un criminale», rispose Alice, incredula.
Pochi minuti dopo, le sirene della polizia ruppero il silenzio della notte. Gli agenti arrivarono velocemente, ma Kevin, o chiunque fosse in realtà, approfittò di un attimo di confusione per rompere una finestra e scappare nella notte.
Alice, sbalordita, guardò suo padre emergere dalla cantina, il volto teso e risoluto. «Dobbiamo parlare», disse con gravità. «Non potevo lasciarlo far del male a te, come ha già fatto ad altre.»
«Di cosa stai parlando?» chiese Alice, con le lacrime che le scorrevano sul viso.
«Due anni fa», iniziò suo padre, «quest’uomo ingannò la figlia del mio socio. Le fece credere di volerla sposare, poi scomparve con tutti i suoi risparmi. L’ho riconosciuto subito. Non si chiama Kevin, è Ryan, ed è un truffatore.»
Alice rimase senza parole, cercando di capire come aveva potuto essere ingannata così facilmente. Mentre la polizia si metteva sulle tracce di Ryan, il dolore e il senso di tradimento la travolsero.
All’improvviso, Alice notò il braccialetto fitness di Kevin – o meglio, Ryan – sul pavimento. Doveva essergli caduto durante la fuga. «Guardate, ha lasciato questo!» esclamò, alzandolo.
La polizia usò il GPS del braccialetto per rintracciare Ryan, trovandolo nascosto in un magazzino alla periferia della città. Gli agenti lo arrestarono mentre tentava di scappare, finalmente ponendo fine alla sua carriera di truffatore.
Di ritorno a casa, Alice, ancora scossa, abbracciò suo padre. «Grazie, papà», sussurrò, la voce rotta dall’emozione. «Mi hai salvata.»
«Farò sempre di tutto per proteggerti», rispose lui, stringendola forte.
La serata era stata tutt’altro che tranquilla, ma Alice sapeva una cosa: la protezione della sua famiglia era un dono prezioso che non avrebbe mai più dato per scontato.