La storia di Sonja, la “zitella eterna”, che alla fine superò tutti e partì a vivere come in una favola

Tutte le amiche di Sonja Zaitseva si erano già sposate. Rimaneva solo Vera, con il viso coperto di lentiggini e una grande voglia sulla guancia.

Era con lei che Sonja andava inutilmente alle feste da ballo del club del villaggio. I giovani del posto, quelli non ancora sistemati, gironzolavano per la sala con lo sguardo acceso, cercando ragazze interessanti, ma evitavano accuratamente Sonja e Vera, senza avvicinarsi per non dare false speranze.

Sonja non si faceva illusioni:
“Guardali, come se fossero chissà chi. E forse noi, con Vera, non abbiamo nemmeno bisogno di voi, buoni a nulla.”

Per consolarsi, le due ragazze commentavano, appoggiate al muro del club:
– Quelli più seri se li sono presi da tempo. Restano solo quelli che non valgono niente.

Gli sguardi dei forestieri

Sonja continuava comunque ad andare al club. Sperava nei ragazzi forestieri, che di tanto in tanto arrivavano e subito la notavano. D’altronde, Sonja era molto bella e indossava sempre abiti eleganti. Quando si presentava, i nuovi conoscenti restavano colpiti: intelligente, brillante, con la parola facile e la voce gradevole.

Molti perdevano la testa… fino al momento del ballo. Perché la sua zoppia, purtroppo, non poteva essere nascosta da nessun vestito. E l’interesse negli occhi degli ammiratori si spegneva subito.

Le notti di lacrime

A casa, la madre vegliava fino a tardi per aspettarla.
– Allora, figlia mia, com’è andata al club? Quando ci porterai finalmente un fidanzato?

Sonja, con il cuore spezzato, entrava in silenzio nella sua stanza e chiudeva a chiave la porta. Dall’altra parte, la madre sospirava e cercava di incoraggiarla:
– Lascia perdere, quegli sciocchi non capiscono niente! Non andarci più al club, vedrai che il destino ti troverà. Tutte si sposano e anche tu lo farai. Sei bella, hai l’armadio pieno di vestiti…

Ma dietro la porta, la voce della ragazza si spezzava tra i singhiozzi:
– A che servono i vestiti, mamma, se sono zoppa? Perché mi avete messo al mondo così? Non voglio vivere! Sono più bella delle altre, eppure mi trattano come un peso inutile!

Il padre, svegliatosi, scostò la moglie dalla porta:
– Basta! Se non si sposa, vivrà con noi. Chi la caccia di casa? A che servono quei fannulloni del club? Noi abbiamo bisogno di lei, punto e basta!

Gli anni che passano

Così scorrevano i giorni, tra lavori domestici e campi. E Sonja arrivò ai trentacinque anni. Un’età in cui ormai si smette di sognare. Aveva accettato di non sposarsi mai.

Era diventata un’artigiana eccezionale: cuciva, ricamava, intrecciava tappeti. Quel giorno, mentre cuciva una coperta patchwork, la madre entrò sorpresa:
– Non ti prepari per un matrimonio? Vera si sposa!

– Vera?! – Sonja rimase di sasso. – Ma non mi ha detto nulla!

Alla festa, quando provò ad avvicinarsi, la madre di Vera la fermò con uno sguardo imbarazzato:
– Meglio che tu vada via, Sonja. Oggi non è il tuo posto.

Solo più tardi Sonja capì. Vera si era sottoposta a cure estetiche: niente più voglia, niente più lentiggini. Era diventata bellissima, e si era sposata in fretta.

La solitudine amara

Sonja rimase sola. E nel villaggio le donne cominciarono a chiamarla non più “zitella”, ma “zitella eterna”. La madre, preoccupata, propose perfino di portarla da una chiaroveggente:
– Hanno fatto un incantesimo su di te, un “velo di celibato”…

Intanto, le altre donne divorziavano e si risposavano, anche con figli a carico. Perfino Nadja, con tre bambini, aveva trovato marito su un sito di incontri.

Allora Sonja pensò: se Vera aveva tolto la voglia con i soldi, forse anche lei poteva curare la sua gamba?

Una nuova speranza

A trentasette anni, le tolsero finalmente il gesso. La zoppia non sparì del tutto, ma diventò meno evidente. Sonja ritrovò coraggio. Con l’aiuto di Nadja si iscrisse anche lei a un sito di incontri, scegliendo il nome “Sophie”.

Nelle foto appariva splendida, da modella. E gli uomini – divorziati, delusi dai matrimoni sbagliati, seri e benestanti – la cercavano proprio così: bella, intelligente, senza figli, pronta ad amare.

Il colpo di scena

Passò un anno. Vera era tornata a casa dalla madre: il marito si era rivelato un fallimento. “Sposarsi è facile, ma restare sposata è tutt’altra cosa…” sospirava.

Un giorno bussò alla porta dei Zaitsev. Aprì la madre di Sonja, sorridente:
– Ah, Veruska! Ma Sonja non c’è. Si è sposata e ora vive in Italia. Così è andata.

La donna alzò le mani al cielo:
– Il destino le ha regalato un matrimonio all’estero. Ha vissuto mezza vita zoppicando… e alla fine ha trovato la felicità.

Vera rimase ammutolita e triste: l’amica di un tempo l’aveva superata, trovando davvero la sua favola.