« Mio marito ha comprato biglietti di prima classe per sé e per sua madre, lasciandomi con i bambini in classe economica. La mia lezione per lui è stata dura. »

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Mio marito aveva avuto la brillante idea di prenotare un volo di prima classe per sé e sua madre, lasciando me e i bambini in classe economica. Ma non avevo intenzione di lasciar correre. Quello che lui pensava sarebbe stato un viaggio di lusso si trasformò in una lezione che non dimenticherà facilmente.

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Mi chiamo Sophie e mio marito si chiama Clark. Lui è il classico tipo ossessionato dal lavoro, convinto che le sue responsabilità siano le uniche che contino. Ora, capisco che il suo lavoro sia stressante, ma anche crescere figli non è certo una passeggiata.

Stavamo organizzando una visita alla sua famiglia per le vacanze, una di quelle occasioni per staccare la spina e passare del tempo insieme. Clark si era offerto di occuparsi della prenotazione dei voli. “Ottimo!”, avevo pensato, meno stress per me. Non sapevo però cosa stesse tramando.

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Arrivati all’aeroporto, mentre ero impegnata a destreggiarmi tra il passeggino e i bagagli, gli chiesi dove fossero i nostri posti. Lui, sempre con il naso nel telefono, evitava il mio sguardo. «A proposito…», cominciò, visibilmente a disagio.

«A proposito di cosa?» domandai, sentendo già una punta di nervosismo.

«Ho prenotato un upgrade per me e mamma in prima classe. Sai, per rilassarci durante il volo», disse con un sorrisetto che cercava di sdrammatizzare. «Sono solo poche ore. Ce la farai, giusto?»

Non potevo credere alle mie orecchie. Lui e sua madre in prima classe, mentre io restavo in economica con i bambini? Ma non finì lì. Sua madre, Nadia, arrivò raggiante: «Clark, sei pronto per il nostro volo speciale?».

Li guardai allontanarsi verso la lounge di prima classe, e una rabbia profonda si insinuò dentro di me. Ma insieme alla rabbia, venne anche l’idea di una piccola vendetta. Non gli avrei permesso di godersi quel viaggio senza conseguenze.

Quando finalmente salimmo a bordo, mi sistemai con i bambini in classe economica, ma avevo ancora in mente il mio piano. Prima, al controllo di sicurezza, avevo preso il portafoglio di Clark e lo avevo messo nella mia borsa, senza che lui se ne accorgesse.

Dopo il decollo, i bambini si erano finalmente addormentati e io potevo osservare con calma la scena che si stava svolgendo in prima classe. Clark e sua madre stavano sorseggiando champagne, completamente rilassati. Poi arrivò il momento del pasto, ma quando l’assistente di volo gli chiese il pagamento, vidi Clark cominciare a farsi prendere dal panico. Frugava nervosamente nelle tasche, il volto che diventava sempre più pallido. «Il mio portafoglio… non lo trovo», mormorava a bassa voce.

Non potevo trattenere il sorriso. Questo spettacolo era meglio di qualsiasi film proiettato sul volo. Lo vidi venire verso di me, visibilmente agitato. «Soph, per caso hai dei contanti? Non trovo il mio portafoglio e devo pagare.»

Feci finta di essere sorpresa. «Oh no! Di quanto hai bisogno?»

«Ehm, circa 1500 dollari», sussurrò, cercando di non attirare l’attenzione.

Trattenni a stento una risata. «1500 dollari? Cosa hai ordinato, caviale e champagne d’annata?» chiesi con un tono finto ingenuo.

«Lascia perdere. Hai o no i soldi?» ribatté, visibilmente frustrato.

«Ho solo 200 dollari con me», risposi, cercando di sembrare dispiaciuta.

L’espressione sul suo volto era impagabile. Sconsolato, tornò in prima classe, e lo vidi chinarsi verso sua madre, chiedendo aiuto. Il loro “volo di lusso” era ufficialmente rovinato.

Quando atterrammo, Clark continuava a cercare il suo portafoglio. «Sei sicura di non averlo lasciato da qualche parte?», gli chiesi con innocenza, sapendo bene dove fosse.

«Ho controllato dappertutto», rispose, sempre più infastidito.

Sorrisi tra me e me mentre uscivamo dall’aeroporto, con il portafoglio ancora nella mia borsa. Clark aveva imparato la sua lezione, e io ero soddisfatta. Qualche piccola turbolenza ogni tanto è necessaria, soprattutto quando qualcuno si dimentica che siamo una squadra.