Ho 54 anni e sono una donna esperta, riflessiva e consapevole. Dopo un matrimonio durato ben 26 anni, ho realizzato all’improvviso che non dovevo più accettare una realtà che non mi rappresentava più.
Non ho agito d’impulso né preso decisioni affrettate. Aspettai che mio figlio si iscrivesse all’università, lasciasse casa e iniziasse il proprio percorso. Solo allora, senza clamori o drammi, ho raccolto le mie cose e sono partita.
Possedevo un piccolo appartamento ereditato da mia madre. In passato avevamo pensato che sarebbe stato destinato a nostro figlio, ma in quel momento sentii che era finalmente giunto il mio turno. Lui avrebbe saputo come cavarsela, mentre io avrei potuto vivere in modo autentico e libero.
Scoprire se stessa nella solitudine
I primi mesi furono strani: il silenzio, la solitudine… ma anche un’insolita sensazione di leggerezza. Il mio ex marito tentò di riconquistarmi, ripensando al passato e facendo promesse. Tuttavia io non desideravo più rinchiudermi in schemi ristretti.
Desideravo vivere senza confini soffocanti.
- Iniziai a esplorare il mondo intorno a me;
- Imparai ad apprezzare la mia compagnia e la mia felicità;
- Riscoprii l’attenzione verso me stessa;
- Soprattutto, tornai a sentirmi donna nel profondo.
Il giudizio delle amiche e l’incontro con Viktor
Quando raccontai alle mie amiche che avevo ricominciato a uscire con qualcuno, loro rimasero incredule.
“Davvero? A questa età?”
Risposi che l’età non conta, ma l’armonia con se stessi sì.
Poi arrivò Viktor, il vicino di casa. Ci incontravamo per caso nel parco, scambiando prima poche parole, poi conversazioni più lunghe e intime. Lui era un compagno gentile e attento, con uno sguardo che lentamente si faceva più caldo e una voce dolce. Infine mi invitò a cena.
Decisi di farlo venire a casa per mostrargli cosa può offrire una donna indipendente, in senso letterale e figurato. Preparai una cena elegante, accesi le candele e indossai il mio vestito preferito. Ero nervosa, ma in modo piacevole.
Assolutamente puntuale, alle sette suonò il campanello. Aprii e rimasi sorpresa: lui era solo, senza fiori, né cioccolatini o altri gesti di cortesia.
«Veramente, non hai portato nulla?» chiesi a bassa voce.
«E perché mai? Non siamo più bambini,» rispose scrollando le spalle.
«Proprio per questo. Arrivederci.» e chiusi la porta.
Restai immobile per qualche minuto, fra rabbia e delusione, ma anche con fermezza. Avevo imparato che, se una persona non ti rispetta con piccoli gesti fin dall’inizio, difficilmente cambierà. Se non vede in me una donna, un valore, un partner, per lui sarò solo un comodo interlocutore o una cuoca di casa.
La reazione di Viktor e cosa ho scelto
Dopo questo episodio Viktor si offese e iniziò a spargere voci nel quartiere, definendomi presuntuosa e certa di morire sola. Magari sarà così. Ma se devo scegliere, preferisco la solitudine a una compagnia che mi fa sentire più isolata.
Chissà, forse un giorno incontrerò qualcuno capace di vedere oltre l’apparenza, capace di apprezzare la mia anima. O forse uomini così ormai non esistono più.
In ogni caso, una cosa è sicura: preferisco stare da sola piuttosto che accanto a chi mi fa sentire più sola.
Questa esperienza di riscoperta e indipendenza ha rappresentato un cammino di crescita personale. Ho imparato a valorizzarmi e a vivere secondo le mie regole, senza accettare compromessi che svuotano l’identità. La libertà di una donna consapevole rimane un traguardo prezioso in ogni fase della vita.