Victor, un cacciatore solitario, stava percorrendo un sentiero nascosto nella foresta, quando un suono strano attirò la sua attenzione. Non era il tipico canto degli uccelli o il fruscio del vento tra gli alberi. Sembrava un lamento soffocato, una specie di pianto sommesso. Si fermò di colpo, il cuore che batteva più forte. Seguendo il suono, si avvicinò a una radura, dove vide una bambina, sporca e trasandata, rannicchiata tra i cespugli di rovi.
“Chi sei?” chiese, cercando di mantenere un tono gentile, ma la bambina lo guardò con occhi pieni di paura. Per un attimo, sembrò che stesse per scappare, ma la sua figura immobile lo trattenne.
Poi, ciò che Victor notò subito fu qualcosa che non riusciva a spiegarsi. La bambina, che doveva avere al massimo otto anni, aveva una pancia gonfia, innaturalmente grande. Non c’era alcuna giustificazione per quella distensione. La sua pelle era pallida e fredda al tatto, ma il suo stomaco… quel rumore pulsante che proveniva da lì era qualcosa di inspiegabile, un battito inquietante che sembrava rispondere alla sua stessa presenza.
Victor non riuscì a pensarci due volte. Si avvicinò di scatto e afferrò la bambina, che tremava nelle sue braccia. “Devi venire con me,” disse, cercando di mascherare l’agitazione nella sua voce. Non sapeva cosa stesse succedendo, ma l’istinto gli diceva che ogni secondo era vitale.
La bambina sembrava incapace di parlare, ma il suo sguardo implorante rivelava una paura profonda. Victor la sollevò con forza, portandola lontano dai cespugli. Ogni passo sembrava più difficile, come se qualcosa stesse cercando di fermarlo, ma il suo sguardo fisso sulla bambina non vacillava.
Cosa stava accadendo alla bambina? Perché aveva quella pancia enorme? Ogni domanda sembrava rimasta sospesa nell’aria, ma Victor sapeva che doveva fare qualcosa. Non c’era tempo da perdere.