Era una mattina di primavera sul piccolo porto di Cala Serena, un villaggio di pescatori incastonato tra scogliere e onde tranquille. I pescatori del villaggio si preparavano per la solita uscita in mare, chi caricando reti, chi sistemando le barche. Tra loro c’era Marco, un giovane e appassionato pescatore che amava il mare più di ogni altra cosa.
Quel giorno, però, qualcosa di insolito attirò la sua attenzione. Mentre la barca avanzava lenta tra le acque limpide, un piccolo movimento agitato fece sussultare Marco. Con lo sguardo attento, scorse qualcosa muoversi con fatica a pochi metri dalla barca: era un gatto, tutto bagnato e stremato, che cercava disperatamente di nuotare verso la riva.
— Ragazzi, guardate! — esclamò Marco, indicando l’animale che sembrava sull’orlo delle forze.
Il suo amico Luca non esitò a prendere un grosso retino, pronto ad aiutare. Il gatto, impaurito ma determinato, continuava a sbattere le zampe sull’acqua salata, cercando di raggiungere gli uomini. Marco e Luca manovrarono con cautela la barca per avvicinarsi senza spaventarlo ulteriormente.
Quando finalmente riuscirono a prenderlo, il gatto tremava, le fusa erano deboli e i suoi occhi pieni di gratitudine. Lo avvolsero in una coperta e lo portarono a riva, dove il vecchio veterinario del villaggio, il dottor Pietro, si offrì subito di curarlo.
Mentre il gatto si riprendeva, Marco non riusciva a togliersi dalla testa la domanda: come era finito in mare? Forse era stato abbandonato? Oppure era caduto accidentalmente da qualche barca? Nessuno lo sapeva.
Quello che però era certo, era che quel piccolo animale aveva sfidato il mare e la sua forza disperata aveva toccato il cuore di un’intera comunità.
Da quel giorno, il gatto, che Marco chiamò “Marino”, divenne la mascotte del villaggio. Ogni mattina accompagnava i pescatori sulla barca, come un piccolo guardiano del mare, testimone silenzioso di una storia di coraggio e speranza.