Luca ne aveva scattata un’altra subito dopo. L’uomo era più vicino. E stava guardando verso l’obiettivo.

Advertisements

Il matrimonio di mia sorella si stava svolgendo tra sorrisi, musica e il profumo dolce dei fiori bianchi. Era radiosa, avvolta nel suo abito color avorio, e io non riuscivo a smettere di guardarla: la mia sorellina, finalmente felice. Mio figlio, Luca, di otto anni, mi stava accanto, vestito come un piccolo uomo in giacca e cravatta, con la cravatta un po’ storta e i capelli già spettinati.

Erano da poco iniziate le foto ufficiali, quando sentii la sua manina stringere la mia.

Advertisements

«Mamma… dobbiamo andare. Subito!» mi sussurrò, gli occhi spalancati, impauriti.

«Luca, cosa c’è che non va?» chiesi, cercando di mantenere la calma.
Mi porse il suo tablet, quello con cui aveva scattato foto tutto il pomeriggio. Aprì una foto, scattata pochi minuti prima.

«Guarda dietro la zia…»

Advertisements

La foto ritraeva mia sorella mentre rideva vicino alla fontana del giardino. Dietro di lei, in fondo al vialetto, c’era una figura sfocata. Un uomo. Alto, magro, con un cappotto scuro e un cappello a tesa larga che ne copriva il volto. Sembrava… fuori posto. Nessun altro nella foto sembrava notarlo. Ma c’era. E non c’era prima.

Luca ne aveva scattata un’altra subito dopo. L’uomo era più vicino. E stava guardando verso l’obiettivo.

Mi irrigidii. Cercai quell’uomo con lo sguardo, nella folla del ricevimento, ma non lo vidi. La mia mente cercava spiegazioni razionali. Un invitato sconosciuto? Uno scherzo? Un gioco di ombre?
Poi Luca disse: «È lui. È l’uomo dei miei sogni. Quello che mi dice di venire via. Dice che ti vuole prendere.»

Il sangue mi gelò.

Decisi di allontanarci. Presi Luca per mano e mi avvicinai a mio padre per dirgli che saremmo tornati presto. Quando mi voltai, l’uomo era lì. Dietro agli alberi, nell’ombra. Mi fissava. Aveva il volto nascosto, ma sentivo il peso del suo sguardo come un coltello sulla pelle.

Non dissi nulla a nessuno. Portai Luca via, in macchina, e guidai senza meta per più di un’ora.

Poi accadde una cosa ancora più strana.

Tornata a casa, guardai di nuovo le foto. Nella seconda foto — quella in cui l’uomo si era avvicinato — mia sorella non c’era più. Era scomparsa dall’immagine. Solo il giardino, la fontana, e quell’uomo… più vicino che mai.

Il giorno dopo, la mia famiglia ricevette una notizia devastante. La sorella che avevamo lasciato felice sull’altare era scomparsa. Nessuno sapeva come. Nessuno l’aveva vista andare via.

Solo io e mio figlio avevamo visto l’uomo nella fotografia.
E lui… stava ancora avanzando.