Mentre camminava lungo il marciapiede che lo separava da casa, Ethan notò un furgone bianco che lo seguiva.

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Ethan, un ragazzino di 11 anni, stava tornando a casa dopo la scuola, come ogni giorno. Aveva appena vinto il premio per il miglior progetto scientifico della classe e non vedeva l’ora di correre a casa per raccontarlo a sua madre. La sua mente era tutta concentrata sulla gioia di aver ottenuto un risultato che lo rendeva fiero, ma qualcosa all’improvviso distolse la sua attenzione.

Mentre camminava lungo il marciapiede che lo separava da casa, Ethan notò un furgone bianco che lo seguiva. Sembrava che l’autista stesse procedendo alla stessa velocità, ma a una distanza costante. Il ragazzo si fermò e guardò l’inseguitore, ma il furgone non rallentò. Ethan provò a pensare razionalmente: “Forse è solo una coincidenza”, si disse. Ma il suo cuore iniziò a battere più forte, e una sensazione di disagio gli fece gelare le mani.

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Il furgone si fermò poco dietro di lui. Ethan, che di solito non avrebbe mai prestato molta attenzione a simili cose, sentiva che questa volta c’era qualcosa che non andava. Non era un’intuizione, era proprio una sensazione viscerale.

Si voltò e fece finta di non aver notato nulla, accelerando il passo. Il furgone lo seguiva a distanza. Ethan sapeva che non poteva ignorare quella sensazione di pericolo. Allora pensò a qualcosa che sua madre gli aveva sempre detto, un consiglio che lei gli ripeteva da quando era più piccolo: “In caso di emergenza, fai finta di parlare con me al telefono. Fingiti occupato, così l’inseguitore non saprà che stai cercando di scappare.”

Senza pensarci troppo, Ethan tirò fuori il telefono dalla tasca, anche se non aveva intenzione di chiamare davvero nessuno. Alzò il telefono all’orecchio e, con voce decisa, iniziò a parlare ad alta voce: “Ciao, mamma, sono quasi a casa. Sì, ho vinto il primo premio in scienze! Sono così contento, non vedo l’ora di raccontartelo. Oh, e poi ti ricordi che dovevamo parlare della gita scolastica? Ti chiamo tra un po’, ok?”

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Anche se sua madre non rispondeva, Ethan parlava come se fosse in una conversazione. Fece attenzione a sembrare completamente immerso nel discorso, come se fosse qualcosa di assolutamente normale. L’uomo nel furgone sembrò indeciso per un momento, ma continuò a seguirlo. Ethan ripeté il suo “dialogo” con mamma ancora una volta, cercando di sembrare sempre più coinvolto.

Poi, al momento giusto, Ethan cambiò direzione all’improvviso, senza rallentare. Voltò l’angolo e si nascose in un piccolo vicolo che portava a una zona con più gente. Mantenendo il telefono all’orecchio, camminò velocemente e si mescolò tra alcuni gruppi di persone che passeggiavano nel parco.

Il furgone non lo seguì oltre. Forse pensava che Ethan stesse parlando con qualcun altro, e magari quella persona stava per incontrarlo. Una volta che Ethan fu abbastanza lontano, smise di fingere di parlare e si fermò, ansimando per lo stress e l’adrenalina che gli scorrevano nelle vene. Il furgone non lo stava più seguendo, ma lui non abbassò mai la guardia.

Il ragazzo si trovò a riflettere su quanto fosse stato importante l’insegnamento di sua madre. Senza quel consiglio, non avrebbe mai pensato di usare un trucco così semplice ma efficace per sviare l’inseguitore. Eppure, l’idea che qualcuno cercasse di fare del male a un bambino lo turbava profondamente. Non aveva mai pensato che sarebbe potuto succedere proprio a lui.

Una volta che si sentì finalmente al sicuro, Ethan continuò il suo cammino verso casa, ma questa volta con una consapevolezza nuova. Iniziò a pensare che forse, nonostante tutto, sua madre avesse ragione: nel mondo ci sono cose che non possiamo prevedere, ma possiamo sempre trovare un modo per affrontarle. Anche se, a volte, è solo un trucco semplice che può fare la differenza tra la paura e la sicurezza.

Quando finalmente arrivò a casa, suo padre non c’era — come sempre. Ma Ethan aveva imparato una lezione importante, e sebbene sua madre fosse sempre troppo impegnata per essere presente, sapeva che aveva sempre qualcosa da insegnargli, anche quando non era lì.