Per anni, il corpo di Ethan è stato una tela vivente, un intricato labirinto di tatuaggi che si estendeva fino al viso. Si diceva che ne avesse almeno 200, ma nemmeno lui ne conosceva il numero esatto. Ogni disegno si fondeva con l’altro, creando un mosaico continuo di simboli e storie incise nella pelle.
La sua trasformazione era iniziata da giovanissimo: a soli 11 anni aveva cominciato con l’allungamento dei lobi delle orecchie, poi aveva spinto oltre i limiti modificando il proprio corpo con interventi estremi, tra cui la biforcazione della lingua e persino la rimozione dell’ombelico. Per lui, ogni modifica era un tassello di un’espressione artistica più grande, un viaggio verso la creazione di un’identità unica.
Ma poi qualcosa è cambiato. La nascita di sua figlia ha acceso in lui nuove domande. Guardandosi allo specchio, ha iniziato a chiedersi se voleva davvero portare quell’inchiostro per sempre, soprattutto sul viso. Così ha preso una decisione radicale: iniziare la rimozione dei tatuaggi facciali, un processo lungo e doloroso che, finora, ha richiesto sette sedute di laser. Ogni trattamento è stato più intenso del precedente, con tempi di recupero difficili da sopportare.
Eppure, Ethan non parla di “cancellazione” del suo passato, ma di “restauro della tela”. Un’espressione che lascia aperta ogni possibilità: sta davvero tornando alla sua immagine originale o sta semplicemente preparando la pelle per un nuovo capitolo, ancora tutto da scrivere?