La straordinaria storia di un ragazzo semplice — oggi è famoso in tutto il mondo
In una Milano grigia del dopoguerra, tra le strade strette e rumorose del quartiere Greco, nacque un ragazzo che nessuno avrebbe mai immaginato diventasse leggenda. Si chiamava Adriano. Era un bambino curioso, con occhi vispi e un’energia che sembrava uscita da un film americano.
Suo padre lavorava come meccanico, la madre cuciva abiti per le signore del quartiere. Non c’erano lussi, ma c’era musica: ogni sera, la radio gracchiante trasmetteva swing, canzoni napoletane, e, ogni tanto, qualche ritmo che veniva da oltre oceano. Bastavano poche note perché Adriano iniziasse a muoversi, a inventare passi, a imitare voci.
Non aveva studiato molto—solo cinque anni di scuola—ma quello che gli mancava sui banchi lo recuperava con l’istinto, il carisma e una testa piena di sogni.
A quindici anni cominciò a lavorare come orologiaio, ma non riusciva a star fermo. Nel retro della bottega, con un vecchio giradischi, provava a cantare come i grandi americani: Elvis, Little Richard, Jerry Lee Lewis. I clienti sentivano quei suoni strani e scuotevano la testa: “Adriano, ma che fai? Sembra roba da pazzi!”
Eppure, proprio quella “roba da pazzi” lo portò sul palco. Un giorno, in una balera di periferia, salì sul palco con un gruppo di amici: era la nascita dei Rock Boys. I pantaloni stretti, i movimenti scattanti, la voce graffiante—era qualcosa che l’Italia non aveva mai visto.
Poi venne Il tuo bacio è come un rock, e la nazione impazzì. Adriano non era solo un cantante: era un fenomeno. Ballava come nessun altro, parlava come un ragazzo di strada, eppure incantava tutti—dai giovani alle nonne.
Il cinema lo chiamò. Prima per scherzo, poi sul serio. E lui, che non aveva mai preso una lezione di recitazione, riusciva a tenere lo schermo con la stessa forza con cui teneva il microfono. Film dopo film, collezionò successi e consensi, diventando l’anti-divo per eccellenza: naturale, buffo, profondo.
Con il passare degli anni, Adriano Celentano divenne un simbolo. Della libertà, della ribellione creativa, dell’Italia che sapeva ridere e pensare. Parlava d’amore, di ecologia, di Dio e di politica, sempre a modo suo, spiazzando tutti, dividendo ma mai annoiando.
Oggi, a distanza di decenni, il ragazzo semplice del quartiere Greco è conosciuto in tutto il mondo. Le sue canzoni continuano a far ballare, i suoi film a far sorridere, le sue idee a far discutere.
Ma forse il suo vero segreto è rimasto intatto: Adriano è sempre rimasto se stesso. Un ragazzo semplice, con un’anima grande e il ritmo nel cuore.