Mi chiamo Davide Mancini. Ho trentotto anni, una vita apparentemente tranquilla, un appartamento vista fiume a Vancouver e una startup che, dopo anni di fallimenti, finalmente funziona. Non sono ricco, ma ci sto arrivando. Almeno, lo credevo.
Fino a quella videochiamata.
La connessione era instabile. L’immagine sgranata mostrava il viso di mia madre, Irina, da qualche parte in Italia. Vivevamo distanti da anni. Non ci sentivamo spesso. Lei diceva sempre che era “occupata” o che “non voleva disturbarmi con le sue noie da vecchia”.
Ma quella sera la sua voce non era la solita. Era ferma. Gelida.
— Trasferiscimi 50 mila dollari al mese e vivrai in pace, disse. — E se non è così, ci saranno persone che te lo spiegheranno in modo diverso. E credimi, non ti piacerà.
Rimasi a bocca aperta. Era uno scherzo? Una minaccia vera? Mia madre… mi stava ricattando?
— Mamma? Che diavolo stai dicendo?
— Non sono sola in questa faccenda, rispose. Non fare domande, non chiamare la polizia, non provare a fare l’eroe. Non voglio vederti morire male.
Poi chiuse la chiamata.
2. Il Passato Bussa
Il giorno dopo, mi arrivò un’email anonima con un file video. Io, seduto su una panchina, la settimana prima. Una figura mi osservava da lontano. Una nota: “Sappiamo dove sei. Lei non scherza.”
Cominciai a scavare nel passato di mia madre.
Mio padre era morto quando avevo cinque anni, in circostanze mai del tutto chiarite. Mia madre non aveva mai voluto parlarne. Diceva solo: “Era un uomo pericoloso con amici pericolosi.” E basta.
Ma ora, rovistando in vecchi fascicoli, scoprii qualcosa: Irina Greco era stata sospettata di attività con una cellula criminale dell’Est Europa negli anni Ottanta. Riciclaggio, protezione, sparizioni.
Lei… era stata molto di più di una “mamma severa”.
3. Il Patto
Due settimane dopo, ricevetti un pacchetto. Dentro c’erano le chiavi di un magazzino a Napoli. Un biglietto: “O vieni, o verranno loro.”
Volai in Italia.
Il magazzino era vuoto, tranne per una sedia, una pistola su un vassoio, e una lettera scritta a mano.
Davide, mi dispiace per tutto. Ma il mondo che mi sono lasciata alle spalle non dimentica. Per proteggerci, ho fatto un patto. Loro ti vogliono come garanzia. 50 mila dollari al mese per mantenere una vecchia pace. O loro romperanno l’accordo. E non sarai tu a pagare, ma chi ami.
Sotto la lettera: una foto di Emma, la mia compagna. E del nostro cane. Presi la pistola. Rimasi in silenzio per minuti eterni.
4. La Scelta
Non pagai.
Ma non chiamai nemmeno la polizia.
Invece, iniziai a parlare con qualcuno più sporco di loro. Un cliente della mia azienda era legato a una compagnia di sicurezza privata — gente che “ripulisce problemi” per governi e miliardari.
Dissi: “È un investimento. Togliete mia madre dalla scacchiera.”
Tre settimane dopo, Irina scomparve.
Ricevetti solo un messaggio:
Il tuo abbonamento è stato cancellato. Goditi la pace. Per ora.