Gerald Nizbit fissò l’email sullo schermo, incredulo. Con un gesto rapido, prese il telefono.
«Helen,» disse alla sua assistente, «chiama il mio avvocato, poi Margaret Pratt, e infine mia madre, in quest’ordine.»
Helen, che lavorava con lui da anni, sapeva che non era il tipo da perdere tempo. Prese subito il telefono e contattò l’avvocato.
Nel frattempo, Gerald continuava a guardare lo schermo con rabbia e determinazione. Avrebbe risolto la situazione, ne era sicuro.
Quando finalmente l’avvocato rispose, Gerald non perse tempo: «Sam, hai commesso un errore! Mi hai inviato il nuovo testamento di mia madre invece di inviarlo a lei.»
Sam si scusò, ma Gerald, già irritato, chiuse la conversazione.
Subito dopo, chiamò Margaret Pratt. «Voglio che questa faccenda sia risolta oggi,» disse fermamente. «Se non puoi farlo, troverò qualcuno che lo faccia.»
La risposta positiva di Margaret lo soddisfò: «Perfetto, oggi alle 17.»
Poi chiese a Helen di metterlo in contatto con sua madre.
«Mamma,» disse appena la chiamata si avviò. «Due cose: primo, l’avvocato ti ha inviato per errore il nuovo testamento. Secondo, prepara le valigie, devi partire oggi.»
Edith, che viveva nella casa di Gerald, rimase senza parole. «Gerald, ti prego, lascia che ti spieghi…»
«Non serve,» rispose secco. «Semplicemente, sii pronta entro le 16.»
Poco dopo, Gerald arrivò a casa di sua madre, la salutò brevemente e prese la valigia. Poi la condusse in macchina in silenzio.
Finalmente Edith trovò il coraggio di parlare. «Gerald, riguardo al testamento…»
Gerald la interruppe: «Ah, il testamento! Quello dove lasci la casa a Amy e Oliver, e io prendo lo chalet sul lago e le vecchie foto di famiglia?»
Edith, visibilmente emozionata, confermò.
Arrivati a un piccolo aeroporto privato, Gerald le sorrise. «Mamma, capisco. I soldi non significano per me come questi ricordi. La tua decisione mi fa vedere quanto tu capisca veramente cosa conta per me.»
Edith, commossa, chiese: «Ma pensavo che fossi arrabbiato… pensavo che mi stessi mandando via!»
Gerald sorrise. «Niente affatto! Ti sto portando in un viaggio a Tahiti, per un po’ di sole e tempo insieme.»
Edith, sollevata, lo abbracciò con gratitudine. Gerald aveva compreso il suo cuore, e insieme trascorsero due settimane meravigliose, ricche di risate e di affetto.
Questa storia ci insegna: non giudicare le intenzioni degli altri con i propri timori. Ciò che conta davvero non è il denaro, ma i legami e i ricordi che toccano il cuore.