È passato un anno. Un anno di silenzio, di notti lunghe e fredde, trascorse nella mia piccola mansarda alla periferia di Vienna, tra lacrime e solitudine. All’inizio non sapevo da dove cominciare. Senza Markus, il mio mondo sembrava crollato. Ma quell’umiliazione, il momento in cui ero stata cacciata scalza in strada, si è trasformata nella forza che mi ha tenuta in vita.
Lavorare giorno dopo giorno
Giorno dopo giorno, ho iniziato a lavorare con tutta l’energia che non sapevo di avere. Ho riscoperto le conoscenze di architettura che avevo trascurato per anni a favore della famiglia e ho cominciato a collaborare con piccole aziende di design. Presto è arrivato un grande contratto con una compagnia tedesca. Ogni euro era investito con cura, e la fortuna mi ha accompagnata: il mercato immobiliare esplodeva.
In meno di un anno, il mio portafoglio immobiliare è cresciuto in modo esponenziale. Una mattina d’estate, controllando il mio conto, ho visto una cifra con sei zeri e ho capito: era arrivato il momento.
Un piano strategico
Ho assunto un avvocato discreto ma esperto a Vienna e gli ho dato un’unica istruzione:
— Voglio comprare tutte le case di Hohenberg.
All’inizio ha sorriso, pensando che scherzassi. Ma nei mesi successivi, una dopo l’altra, le proprietà sono state messe in vendita. La crisi economica pesava sui residenti, molti indebitati cedettero, e io ho acquistato ogni villa senza mai apparire di persona.
Il ritorno sulla strada
Un mattino d’autunno, esattamente un anno dopo essere stata cacciata, ho messo piede di nuovo sulla strada. Non indossavo più il vecchio vestito, ma un completo elegante su misura da Milano. Su ogni casa pendeva lo stesso banner bianco con lettere nere enormi:
“Questa proprietà appartiene ora alla signora Müller.”
I vicini uscivano dalle porte, sbalorditi. Quando Elisabeta von Hohenberg aprì la porta della sua villa, il volto pallido diceva tutto. Accanto a lei, Sophie restava senza parole.
— “Buongiorno”, dissi con calma ma voce ferma. “Vi ricordate? Mi avete detto di chiudere la porta dall’altro lato. Oggi questa porta è mia. E non solo la vostra… ma tutta la strada.”
Elisabeta tentò di parlare, ma le parole si spezzarono sulle labbra. Io continuai:
— “Non cerco vendetta. Voglio solo che, ogni giorno, quando passerete sotto questo banner, ricordiate che l’umiliazione non distrugge, ma costruisce forza. E che i soldi non sono tutto. Il rispetto, invece, si guadagna con fatica… e una volta perso, non torna più.”
Non solo proprietà, ma dignità
Mi sono voltata e ho proseguito. La strada era mia. Ma ciò che avevo conquistato non erano solo muri o pietre: era il diritto di non essere mai più considerata un “nessuno”.
Guardando le case di lusso, ho sorriso per la prima volta dopo tanto tempo. Sapevo che Markus, da qualche parte lassù, sarebbe stato fiero di me.